In un mondo che corre veloce verso il cambiamento, anche i “maschi alfa” devono imparare a tenere il passo — o almeno provarci senza inciampare nei propri cliché. Maschi Veri, nuova serie italiana di Netflix (remake della spagnola Machos Alfa), si getta a capofitto nella crisi di mezz’età maschile con un approccio a metà strada tra il tragicomico e il sociologico da bar. Il risultato? Una commedia che diverte, fa riflettere (a tratti) e riesce persino a non prendersi troppo sul serio. Proprio come i suoi protagonisti dovrebbero imparare a fare.
Maschi alla deriva La trama — che non sveleremo nei dettagli per evitare spoiler — ruota attorno a quattro uomini quarantenni che vedono il proprio ruolo sociale, sentimentale e sessuale messo in discussione da una società sempre più allergica alla virilità da manuale anni ’90. Ex capi saldi di un mondo maschilista ormai sorpassato (ma non ancora demolito del tutto), i nostri protagonisti si trovano ad affrontare situazioni che minano la loro sicurezza in modo goffo, spesso esilarante, a volte imbarazzante (per loro, più che per noi).
“Alfa” chi? La forza di Maschi Veri non sta tanto nella trama, quanto nella capacità di mettere in scena l’inadeguatezza. Gli uomini della serie non sono cattivi, sono solo... rimasti indietro. Come un aggiornamento software rifiutato troppo a lungo. E se da una parte fanno ridere per la loro incapacità di leggere i segnali del presente, dall’altra fanno anche un po’ tenerezza. Perché ammettiamolo: cambiare è difficile, soprattutto quando nessuno ti ha mai detto che dovresti farlo.
Il cast e le dinamiche Il cast, composto da volti noti come Pietro Sermonti, Francesco Montanari, Matteo Martari e Maurizio Lastrico, funziona bene. La chimica tra i quattro protagonisti regge e rende credibili anche le situazioni più sopra le righe. Ogni personaggio incarna una diversa sfumatura della mascolinità in crisi: il padre divorziato, il traditore pentito, il professionista declassato, il marito troppo compiacente. Tutti, a modo loro, cercano una bussola morale. Il problema è che hanno smarrito anche la cartina.
Uno specchio (semiserio) del nostro tempo Nonostante la leggerezza apparente, Maschi Veri parla di qualcosa di molto serio: cosa significa essere uomini oggi? Come si ridefinisce un'identità costruita su modelli ormai in frantumi? La serie non ha la pretesa di dare risposte esaustive — e per fortuna. Però solleva domande interessanti, e lo fa in modo accessibile, senza pesantezza, e con una buona dose di autocritica. A volte inciampa in stereotipi, ma sa anche come giocarci, cosa che la salva da sé stessa.
Da vedere? Sì, se siete in cerca di una commedia brillante, che sappia intrattenere ma anche suggerire qualcosa di più profondo sotto la superficie. Maschi Veri è una serie che si guarda con leggerezza ma lascia dietro un retrogusto riflessivo. Un po’ come una battuta che, ridendo, ti fa pensare: “E se fosse vero?”
Non cambierà il mondo, ma magari farà cambiare idea a qualche spettatore. E in fondo, per una commedia, non è poco.
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riccardo
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