“You”: il lato oscuro dell’amore (e di Internet)

Hai presente quella vocina interiore che ogni tanto ti sussurra pensieri discutibili? Ecco, immagina se quella vocina avesse un nome, un cappotto beige e un’ossessione compulsiva per l’amore. Benvenuti nell’universo inquietante — e pericolosamente...

Hai presente quella vocina interiore che ogni tanto ti sussurra pensieri discutibili? Ecco, immagina se quella vocina avesse un nome, un cappotto beige e un’ossessione compulsiva per l’amore. Benvenuti nell’universo inquietante — e pericolosamente affascinante — di You, la serie Netflix che ci fa dubitare di ogni persona educata che ci fissa troppo intensamente in metropolitana.

L’amore ai tempi degli algoritmi Debuttata nel 2018, You conta finora 4 stagioni e si muove agilmente tra i generi thriller psicologico, dramma romantico (ma non troppo sano) e dark comedy non dichiarata. La premessa è semplice, ma efficace: cosa succede quando l’amore diventa ossessione? E cosa succede quando chi ti osserva lo fa con la precisione maniacale di un bibliotecario armato di smartphone, librerie polverose e un debole per le finestre lasciate aperte?

Una voce narrante che non vorresti nella tua testa Il protagonista, Joe Goldberg, è il classico bravo ragazzo con un’anima inquietante. Intelligente, colto, premuroso — e totalmente incapace di stabilire confini sani. Con la sua voce narrante (vero marchio di fabbrica della serie), You ci trascina in una spirale disturbante dove empatia e repulsione si rincorrono senza tregua. È un po’ come se Dostoevskij e Gossip Girl avessero fatto un figlio insieme, e Netflix l’avesse cresciuto a suon di filtri noir e inquietudine urbana.

Perché funziona La forza di You sta nella sua ambiguità morale. Ti trovi a seguire le mosse di un personaggio oggettivamente tossico, ma raccontato in modo così umano e razionale (almeno nella sua testa), che finisci per provare un misto di curiosità e disagio. È un thriller che non gioca con i colpi di scena gratuiti, ma con l’introspezione — perversa, certo — di un uomo che crede di fare la cosa giusta, pur essendo il mostro nella stanza.

Estetica e ritmo La regia è elegante, quasi raffinata: colori desaturati, atmosfera urbana, librerie piene di segreti. Il ritmo alterna fasi contemplative a momenti di pura tensione, ma senza mai strafare. È il tipo di serie che non ha bisogno di mostrarti troppo sangue per inquietarti. Ti basta sentire quella voce calma e pensare: “Oddio, ma questo lo ha davvero fatto?”

Da vedere? You è una serie da binge-watching compulsivo con quel retrogusto amaro che ti fa mettere in pausa per chiederti: "Perché sto ancora dalla sua parte?". È disturbante, elegante, ironica a modo suo, e riesce a usare l'amore come lente per mostrare quanto facilmente il desiderio possa travestirsi da ossessione.

Consigliata se ti piacciono i thriller psicologici con personaggi moralmente ambigui, se ami le riflessioni scomode sulla nostra era iperconnessa… o se semplicemente vuoi rivalutare l’idea di chi ti chiede l’account Instagram prima del nome.

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